Cari Amici di Sangat,
I mesi invernali stanno finendo e un primo blocco di stanchezza, in tanti di noi, si sta facendo sentire.
Molti hanno tirato avanti tutti i giorni lavorativi, senza fermarsi un attimo, durante questi mesi e adesso il corpo e la mente iniziano a chiedere indietro il conto e a mollare un po’ la presa, al primo timido accenno di primavera.
E’ fisiologico cosi e, chissà perché, in alcuni scatta un sottile senso di colpa dato dal fatto che sembra quasi che le energie inizino a diminuire.
Sentiamo l’esigenza di avere uno spazio di ozio e nullafacenza e questo può fare scattare la sensazione in alcuni di noi di essere inadeguati, sbagliati, fannulloni.
Viviamo oggi in una società improntata non tanto alla produzione quanto all’attività costante. L’importante è fare sempre qualcosa, dimostrare di essere attivi, non cedere, non rallentare, andare veloci ed essere sempre sulla cresta dell’onda.
Questa modalità è suggerita anche dall’impostazione delle aziende che, oggi, in Italia e nel mondo, sono sempre più in espansione. Se da un lato questo è sinonimo di un benessere economico e sociale in crescita, dall’altro può rappresentare un abuso delle nostre energie, soprattutto quando non siamo pronti a gestire in modo equilibrato le richieste aziendali e le richieste naturali.
Per richieste aziendali, intendiamo appunto il ritmo improntato alla produzione, che richiede un’attenzione sempre alta, riduzione minima dell’errore, efficienza per parecchie ore al giorno per almerno 5 giorni a settimana: un motore che deve andare avanti in modo costante.
Per richieste naturali, intendiamo l’ascolto delle oscillazioni fisiologiche del corpo, dell’alternanza del giorno e della notte e delle diverse impronte energetiche delle giornate. Ci sono momenti quindi in cui siamo pieni di energia per vari fattori, sia personali, sia ambientali, altri in cui siamo più scarichi.
Se dovessimo ascoltare solo il ritmo naturale, ci troveremmo ad essere carenti di focus e determinazione per raggiungere gli obiettivi e per creare nuove realtà. Se invece ascoltassimo solo il ritmo aziendale saremmo ben presto in debito di forze e non riusciremmo a trovare gioia e serenità nella nostra vita.
Come sempre, un buon mix dei due aspetti è fondamentale e anche qui arriva in nostro soccorso lo Yoga.
Negli ultimi anni, più che creare una divisione fra l’ambiente casalingo e l’ambiente lavorativo, come sappiamo dal periodo post pandemia, ci siamo trovati a riunire i due ambienti. Questo non è successo solo a chi ha implementato lo smart working, ma anche a chi ha ripreso i suoi spostamenti normali: se prima era considerato sbagliato portarsi i pensieri relativi al lavoro in casa e viceversa, oggi ci si è resi conto che è impossibile tenere la vita in compartimenti stagni e si è cercata quindi la soluzione ideale per non eccedere con lo stress e non andare in un sicuro burn out.
Ecco perché anche in ambienti aziendali, oggi si tende ad avere un approccio olistico che coinvolge la meditazione e le pratiche del benessere per aiutare i dipendenti a raggiungere un clima di serenità maggiore anche durante le ore di lavoro e a considerare lo stesso un luogo dove poter integrare i propri bisogni emotivi.
Seppure timida, nasce quindi una tendenza a includere le pratiche dello Yoga in azienda, per avvicinarne i collaboratori e permettere loro di sperimentare una tipologia di rilassamento che non prevede il riposo e l’ozio, ma mantenga comunque un livello di attività, non solo mentale, ma anche fisica.
Questo consente di bilanciare spesso il lavoro sedentario di chi utilizza il computer per svariate ore al giorno e permette di concepire l’ambiente lavorativo come un luogo dove è ammesso l’ascolto di se stessi.
Il lavoratore diventa cosi una persona, non più un indice di efficacia.
Gli è offerto uno spazio in cui mostrarsi, ascoltarsi, trasformarsi, così che la sua azienda sia un’occasione di crescita sì professionale, ma anche umana.
Naturalmente, lo Yoga si adatta bene al contesto e, se in determinati momenti della giornata ha la funzione di predisporre ad un totale rilassamento, in altre circostanze può essere anche usato per stimolare le giuste energie creative, al fine anche di implementare le prestazioni di chi lo pratica in modo naturale e togliendo lo stress dall’equazione.

Ricordiamoci che uno dei principi dello Yoga è la capacità di mantenere l’attenzione su un determinato punto, allenamento essenziale per chi è ambizioso e vuole stimolare la propria crescita professionale.
Siamo qui oggi quindi per sostenere l’espansione di questa pratica all’interno dei luoghi di lavoro, perché riteniamo che possa essere una grande innovazione sia per gli individui, sia per le aziende. Una conquista senza dubbio che ci avvicina alla realizzazione di una società integra, fondata sul rispetto dei propri ritmi e sulla tensione al miglioramento costante.
Sangat è oggi in prima linea per organizzare quindi incontri e workshop per introdurre lo Yoga in azienda e aiutare i Team a integrarsi sempre di più.
Vi aspettiamo sempre su www.yoga.sangat.it